La storia plurimillenaria per le vie e le strade di Roma, quella dell’Antico Egitto trasportata dalla Terra del Nilo alla Città Eterna in epoca imperiale, ma anche appartenente a epoche successive, più recenti, tutto riunito nel simbolismo interculturale degli obelischi. “Pietra Quadrangolare, Obelischi a Roma”, mostra del fotografo Carmine Perito, fissa queste antiche presenze, un’esposizione inaugurata il 15 ottobre 2025, alle ore 19, nei saloni dell’Accademia d’Egitto. Storia e storie, testimonianze e culti che si sono concretizzati in quegli obelischi che, nel corso della storia di Roma, sono stati affiancati da altre realizzazioni, quelle romane quando gli imperatori volevano celebrarsi alla maniera dei Faraoni, poi gli obelischi medievali-rinascimentali fino ai più recenti come la Stele Marconi.
Capitoli di questo articolo:
- “Pietra Quadrangolare, Obelischi a Roma”, la mostra
- Le origini storiche e il simbolismo degli obelischi
- Alcuni degli obelischi a Roma
- Indirizzo, link Google Maps, e-mail e numero di telefono per avere informazioni
“Pietra Quadrangolare, Obelischi a Roma”, la mostra
“Gli obelischi di Roma rappresentano per me una costellazione di memorie, frammenti di civiltà che, pur spostati dal loro luogo d’origine, continuano a indicare un cielo comune”, sottolinea Carmine Perito
La Mostra fotografica sugli obelischi egiziani, romani e contemporanei moderni realizzata da Carmine Perito, è un percorso che intreccia arte contemporanea, archeologia e memoria urbana, una riflessione poetica e visiva grazie a questi monumenti che sono testimoni silenziosi di un dialogo interculturale che ha attraversato i secoli.
L’esposizione è promossa dall’associazione ArtisticaMente Aps, attiva nel turismo, nell’arte, nello spettacolo e nella cultura a livello nazionale e internazionale, in collaborazione proprio con l’Accademia d’Egitto che ospita la mostra. L’evento è stato presentato il 17 settembre scorso alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, incontro caldeggiato dall’onorevole Fabio Porta.
Immagini in alto: a sinistra la grafica del programma per l’inaugurazione del 15 ottobre 2025, ore 19 all’Accademia d’Egitto di Roma; a destra una foto dalla presentazione alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, da sinistra la professoressa Raina Yehia, direttrice dell’Accademia d’Egitto e il fotografo Carmine Perito
All’inaugurazione del 15 ottobre saranno presenti S. E. Bassam Essam Rady, Ambasciatore d’Egitto in Italia, S. E. Ambasciatore Claudio Pacifico, S. E. Ambasciatore Maurizio Melani, S. E. Viktor Vermeire, Viceambasciatore del Regno del Belgio, a fare gli onori di casa la professoressa Rania Yehia, direttrice dell’Accademia d’Egitto a Roma.
Inoltre, il senatore Marco Scurria, l’onorevole Fabio Porta, la dottoressa Emilia Zarrilli già Prefetto, il professore Gianluigi Rossi, preside della Facoltà di Scienze Politiche e professore Emerito di Storia delle Relazioni Internazionali, Sapienza Università di Roma.
E ancora, il professore Giorgio Piras del Dipartimento di Scienze dell’Antichità Sapienza, il dottor Andrea Rotondo, presidente Confartigianato Roma Città Metropolitana.
L’evento è patrocinato dal Senato, dalla Camera dei Deputati e dal Parlamento Europeo Ufficio
Italia, con la partecipazione della RAI, e di Rete Oro Arte 24.
Le origini storiche e il simbolismo degli obelischi
Originali creazioni dell’Antico Egitto, gli obelischi avevano un preciso ruolo doppio nell’architettura religioso-celebrativa e templare. Erano e sono fra le primarie rappresentazioni del culto solare egizio.




Nei tempi più antichi questi monumenti erano realizzati in mattoni, quasi sempre in calcare, poi in unici blocchi di granito a partire dalla XII Dinastia e, soprattutto, durante il Nuovo Regno con le dinastie XVIII e XIX. Quest’ultimo periodo storico fu quello particolarmente monumentale che vide espandersi l’influenza dell’Egitto faraonico fino all’Eufrate e a tutto il Medio Oriente. Fu il periodo della grande capitale Waset o Tebe per i greci, la “Città dalle cento porte” e dei suoi immensi complessi templari dedicati al dio Amon, quelli oggi visibili nei siti archeologici di Karnak e di Luxor.
Obelischi che spessissimo erano posti in coppia di fronte ai piloni che definivano gli ingressi ai templi. Questi monumenti dovevano simboleggiare e concretizzare la pietrificazione di raggi solari: erano a base quadrata, lievemente rastremati e svettanti verso l’alto, le proporzioni canoniche in genere vedevano l’altezza pari a dieci volte il lato base, ma in parecchi casi lo sviluppo verso l’alto era ancora maggiore. Sulla loro cima gli obelischi erano sormontati dal Pyramidion, una piramide a quattro lati, che veniva ricoperto da Elettro, una lega d’oro e d’argento (doveva splendere riflettendo i raggi solari).
Un obelisco colossale di (circa 32 metri d’altezza è oggi visibile abbandonato in una storica cava di Assuan: i lavori non continuarono per la presenza di una spaccatura in una sezione del monolite, fattore che rivelò alcune imperfezioni nel blocco di pietra.
La cuspide luminosissima del Pyramidion rappresentava il Benben, “il radiante”, che nella cosmogonia e religione egizia era la collina originaria emersa dal grande mare primordiale. Secondo questo culto solare che era alla base del pantheon egizio, su questa collinetta, l’unica terra emersa nell’universo, il dio creatore Atum si auto generò per poi dare vita alla prima coppia divina.
Il centro del culto solare egizio era nella metropoli di Eliopoli, in greco Heliopolis, in egizio originario Iunu o Iunet Mehet, in ebraico ˀÔn oppure ˀĀwen. Questa città era la capitale del XII Nomo (distretto) del Basso Egitto faraonico, nel delta del Nilo. Era la città del dio-sole Ra dove si venerava appunto il dio generatore Atum-Ra. Nel tempio a lui dedicato (Per-Aa – grande casa o Per-Atum Casa di Atum) si conservava il Benben più antico.
Il sito dell’antica e sacra metropoli si trova alla periferia sud-orientale dell’attuale Cairo. Di questo grandissimo e vitale centro del culto eliopolitano è rimasto in piedi solo l’obelisco del Faraone Sesostri I (1956-1911 a.C. Medio Regno), in granito rosa, alto 20 metri per un peso di 121 tonnellate. Del resto della sacra metropoli egizia e dei suoi templi rimane ben poco, oltre alle tombe dei sacerdoti risalenti all’Antico Regno (V Dinastia).
In epoca romana alcuni degli obelischi presenti a Eliopoli vennero spostati a Roma.
Quando il Cairo fu fondata e iniziò la sua edificazione, per volontà di Jawhar al-Siqilli, generale arabo di origini siciliane (Ragusa, 911 – Il Cairo, 28 gennaio 992), le pietre e le opere murarie dell’antica città di Eliopoli furono portate via per ricavarne materiale utile all’edificazione degli edifici e delle mura medievali della nuova capitale egizio-musulmana.


Alcuni degli obelischi a Roma
Esempi di obelischi oggi presenti in vie e piazze di Roma:
- Obelisco Vaticano, al centro di piazza San Pietro: in granito rosso, alto 25,3 metri con un peso di 327 tonnellate, privo di geroglifici forse perché incompleto per la prematura morte del faraone che lo aveva commissionato per il complesso templare di Eliopoli; è tra i più alti di quelli originari dell’Egitto; nel 37 d.C. Caligola lo fece portare a Roma dal Foro Giulio di Alessandria d’Egitto dove era già stato spostato su ordine di Augusto: all’epoca raggiungeva i 45 metri, ma probabilmente si spezzò durante l’erezione ordinata proprio da Augusto;
- Obelisco Flaminio a piazza del Popolo: alto 25,90 metri, originariamente eretto per Ramses II nel tempio solare di Eliopoli; nel 10 d.C. Ottaviano Augusto lo fece portare a Roma con un’enorme imbarcazione insieme a quello che sarebbe stato l’Obelisco di Montecitorio; fu collocato sulla spina del Circo Massimo lasciando la dedica al dio Sole visto che per la cultura greco-romana era Apollo, dio protettore della dinastia imperiale romana; caduto al suolo durante le invasioni barbariche, fu ritrovato spezzato in tre tronconi nel 1587 quando Papa Sisto V ne ordinò il restauro e la ricollocazione su piazza del Popolo;
- Obelisco Lateranense su piazza San Giovanni in Laterano: è il più antico (XV secolo a.C.) oltre che il più alto tra gli obelischi egizi originali (32,18 metri) ed è il più alto al mondo fra gli obelischi monolitici; originariamente fu realizzato in granito rosso della zona di Assuan, pesa 455 tonnellate; completato in un’epoca compresa fra i regni dei faraoni Tutmosis III e Tutmosis IV per inserirlo nel tempio di Amon-Ra a Tebe; l’inizio del trasporto verso Roma avvenne per ordine dell’Imperatore Costantino, viaggio completato dal figlio Costanzo II nel 357; prima collocazione sulla spina del Circo Massimo affiancando l’Obelisco Flaminio che era già lì, cadde al suolo cento anni dopo; recuperato nel 1587 su ordine di Papa Sisto V che, trovatolo spezzato in tre parti, lo fece restaurare (come fece per il Flaminio) per farlo erigere su piazza del Laterano togliendo la statua equestre di Marco Aurelio; quest’ultima, a sua volta, fu inserita sulla piazza del Campidoglio;
- Obelisco di Montecitorio: alto 30 metri, realizzato sotto il regno del Faraone Psammetico II (XXVI dinastia; 594-589 a.C.) per la città di Eliopoli; Augusto lo fece portare a Roma nel 10 d.C. insieme all’Obelisco Flaminio; l’imperatore lo installò come come gnomone dell’Orologio di Augusto al Campo Marzio; un incendio ne provocò il crollo; nel 1792 Papa Pio VI ne ordinò di rialzarlo;
- Obelisco Agonale a piazza Navona: non è di realizzazione egiziana, ma scolpito all’epoca dell’imperatore Domiziano che fece copiare i geroglifici da altri modelli egizi; fu collocato ad Albano, ma nel 311 Massenzio lo fece spostare al circo della villa che portava il suo nome, infine Papa Innocenzo X lo fece spostare nella sua posizione attuale da Bernini per incastonarlo nella Fontana dei Quattro Fiumi;
- Obelisco del Pantheon, piazza della Rotonda: voluto da Ramses II, portato a Roma da Domiziano per l’Iseo Campense, tempio dedicato a Iside, insieme all’obelisco della Minerva e quello di Dogali; nel 1711 Papa Clemente XI lo fece ricollocare davanti al Pantheon inserendolo nella fontana di Giacomo Della Porta;
- Obelisco di Villa Celimontana: anche questo monumento risale al periodo di Ramses II, portato a Roma, poi inserito in Villa Celimontana sul Celio fra gli altri pezzi del patrimonio appartenente alla nobile famiglia dei Mattei; è di piccole dimensioni, originariamente a pezzi, restaurato, ma solo la metà superiore è autentica; collocato nei giardini di villa Celimontana dal 1820;
- Obelisco del Quirinale: alto 14,63 metri, gemello dell’obelisco dell’Esquilino, nel 1786 Papa Pio VI lo fece erigere nell’attuale collocazione.
“Pietra Quadrangolare, Obelischi a Roma”
la mostra
Accademia d’Egitto
Via Omero 4, Roma
link Google Maps per individuare l’indirizzo
telefono: 063201896
e-mail: info@accademiaegitto.it


