Una statua femminile di Musa di fine II – inizi I secolo a.C., una testa di divinità maschile arcaicizzante della fine del I – inizio I sec. d.C., una scultura di Diana cacciatrice del 1700 e un frammento di sarcofago romano della prima metà del II sec. d.C. Questi reperti adesso sono al centro di una mostra grazie ai Carabinieri TPC, ma in passato erano stati trafugati dall’aera di Villa Borghese a Roma.
Dove erano finiti? La Musa ad Atlanta, negli USA, stessa nazione dove era stata portata la testa di divinità (pronta per essere messa in vendita una nota casa d’aste statunitense), mentre gli altri due pezzi erano in Spagna e in Inghilterra.

La mostra Il ritorno della musa” è stata inaugurata il 4 giugno 2025 (il 4 e il 6 giu­gno dal­le ore 10 alle 19, il 5 dal­le 10 alle 24) nel Casino dell’Orologio di Villa Borghese nell’ambito delle  celebrazioni per il 211° Annuale di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Era presente il Generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma.

L’esposizione è stata organizzata dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) con la collaborazione di Magister Art che ha realizzato l’installazione specifica per la promozione e valorizzazione delle attività del TPC. Nella grande sala del Casino dell’Orologio è quindi possibile ammirare i reperti archeologici illecitamente trafugati a Villa Borghese e recuperati dal Reparto Speciale.
Il Generale di Divisione Francesco Gargaro, Comandante in capo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha consegnato a Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali, le due sculture romane trafugate da Villa Borghese.

Le statue ritrovate e riportate a casa

Il lavoro investigativo condotto dai Carabinieri TPC ha permesso questo recupero di importanti testimonianze dell’antica arte romana.

– La statua femminile di Musa, fine II – inizi I sec. a.C. è una di queste statue ritrovate, recuperata a febbraio 2025 dal “Carlos Museum dell’Emory University” di Atlanta (USA) a seguito di un accordo culturale sottoscritto dal ministero della Cultura.

Jones, Henry Stuart – Palazzo dei Conservatori, “A catalogue of the ancient sculptures preserved in the municipal collections of Rome: the sculptures of the Palazzo dei Conservatori” – Oxford, 1926

Questa scultura, donata nel 1885 da Beatrice Castellani, nipote del Direttore dei Musei Capitolini Augusto Castellani, era entrata a far parte dei beni di proprietà del Comune di Roma nel 1888 dopo un lungo iter amministrativo. La lettura dell’atto di donazione consente di ricostruire le informazioni sul suo ritrovamento e sulla sua esposizione. Risulta, infatti, che l’opera fosse “oggetto superstite del celeberrimo museo, posto insieme dal Colozio nei giardini Coloziani, poi Del Bufalo ora Castellani, ornati e abbelliti da Polidoro Caravaggio”, edificio demolito nel 1885 per la realizzazione del nuovo Palazzo Castellani in via del Tritone, tra piazza Barberini e piazza Colonna.

Agli inizi del ‘900 la statua era esposta nel giardino del Palazzo dei Conservatori e poi trasferita negli anni 20 a Villa Borghese insieme ad altre opere che risultano censite negli inventari di studiosi come Paolino Mingazzini, Paul Arndt e Walther Amelung.

Non si conosce l’anno esatto in cui avvenne il trafugamento, ma l’opera, dopo essere transitata in alcune collezioni private statunitensi, è pervenuta al Carlos Museum della Emory University che ha permesso la sua restituzione con la sottoscrizione di un accordo culturale.

Grazie all’attività investigativa e alla cooperazione internazionale, i beni culturali illegalmente sottratti vengono localizzati all’estero, ma talvolta gli strumenti giudiziari non sono sufficienti a consentirne il rientro in Italia.
Subentra quindi la "diplomazia culturale", strumento che promuove il dialogo, la comprensione e la cooperazione tra le nazioni attraverso accordi bilaterali, favorendo in questo modo la costruzione di relazioni positive per la tutela del patrimonio culturale.
Gli accordi culturali stipulati dal ministero della Cultura con istituzioni museali statunitensi, conseguenti comunque ad attività giudiziarie, permettono al Comando Carabinieri TPC di riconquistare un grande numero di beni culturali usciti illecitamente dal territorio nazionale, portati via durante i tanti saccheggi di aree archeologiche.

– Ed ecco la testa di divinità maschile arcaicizzante della fine del I – inizio I sec. d.C. reperto che era stato localizzato attraverso un controllo sul web di una nota casa d’aste statunitense. Il pezzo faceva parte di un lotto la cui vendita era prevista per febbraio 2025.

Foto – a destra immagine di repertorio della Sovrintendenza Capitolina dove si riconosce (in alto a destra) la testa di divinità

I successivi accertamenti hanno consentito di individuare la provenienza della testa di divinità e di ricostruirne il percorso che l’ha portata oltreoceano.
La scultura apparteneva originariamente a una delle collezioni dell’ex Orto Botanico di Roma. poi inglobata nell’Antiquarium del Celio: risultava negli inventari ed era custodita nel magazzino dedicato alla conservazione delle sculture, nei locali del Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini. Una foto d’epoca in bianco e nero la raffigurava insieme ad altri sette busti in marmo d’epoca romana.
Nel 1965, dopo un controllo degli atti, si scoprì che era stata rubata

Nel corso del tempo l’Antiquarium del Celio è stato, purtroppo, interessato da diversi furti di materiale archeologico che, in gran parte, è stato recuperato dai Carabinieri dell’Arte.

L’opera è stata formalmente restituita e rimpatriata dagli USA a febbraio 2025.

Per queste attività investigative, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) si avvale della “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, un archivio informatizzato (inizialmente in formato cartaceo) che costituisce il più grande sistema di catalogazione al mondo dedicato alle opere d’arte rubate e che conserva informazioni su oltre 1.300.000 opere da ricercare, di cui oltre 1.000.000 con immagini.
Il database è consultato quotidianamente dai militari, sia per indagini originali, sia come conseguenza di richieste presentate dagli operatori del settore, antiquari e case d’asta. Questo strumento consente di individuare i beni culturali da ricercare.

– La rappresentazione stilistica di Diana, attribuita allo scultore Bartolomeo Cavaceppi (1715-1799), trafugata fra il 3 e il 5 ottobre 2005 dall’interno di Villa Borghese del Comune di Roma,  era collocata originariamente in uno dei due giardini all’italiana di piazzale Firdusi.
I ladri l’avevano scardinata dal suo basamento e fatta precipitare all’interno del cassone di un autocarro imbottito di materassi per attutirne la caduta ed evitarne la rottura.

La statua settecentesca di Diana nelle sue originarie collocazioni, prima a Villa Corsini e poi a Villa Borghese

Esportata illegalmente in Spagna, venne individuata anche grazie al contributo della polizia spagnola, nell’ambito di un procedimento penale condotto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, presso un antiquario di Barcellona che l’aveva ricettata unitamente ad altre opere, tra cui una statua di Musa, rubata nella villa romana di un noto attore italiano e un busto romano asportato dall’Orto botanico di Roma. L’opera è stata rimpatriata dalla Spagna nel febbraio del 2019.

– Il frammento di una cassa di sarcofago con la raffigurazione di Satiro e Menade, risalente alla prima metà del II sec. d.C., venne strappato via il 15 maggio 1995 dalla facciata esterna della scuola materna “Pinciana”, all’interno dei giardini di Villa Borghese del Comune di Roma.
Il pezzo fu inserito nel mercato antiquario ed è rimasto per anni presso un collezionista inglese.
Venne individuato grazie ai controlli nella “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti” quando fu nuovamente messo in vendita da un’importante casa d’aste che ha collaborato per la sua restituzione.
L’opera è stata rimpatriata da Londra nel febbraio del 2019.

Di Giuseppe Grifeo

Giornalista professionista, nato e maturato terrone, avi terroni, vivente e scrivente... Passione per l'astronomia, l'egittologia, la storia, quella antica e medievale in particolare, le leggende, l'enogastronomia e la mia Sicilia. Nato per curiosare, indagare, ficcare il naso, ma con discrezione, elegantemente

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