Alle 11,30 circa del 3 novembre, tra via dei Fori Imperiali e largo Corrado Ricci, è crollata parte di un’antica struttura, la Torre dei Conti che da secoli è nel panorama del centro di Roma. Dopo qualche ora – alle 12,50 – un secondo cedimento della struttura ha provocato un’enorme nube di polvere per una valanga di calcinacci caduta dai piani superiori per il crollo dei solai e della copertura superiore. Muore un operaio. Il monumento era in ristrutturazione con fondi del PNRR, lavori che avrebbero dovuto permettere di avere anche una piazza pedonale su largo Corrado Ricci e un consolidamento della struttura, opera promossa da Roma Capitale nell’ambito del programma “Caput Mundi”: progetto per la messa in sicurezza (!), per metterci aule studio dedicate ai giovani, una sede culturale e una terrazza panoramica…

la Procura di Roma indaga per lesioni colpose e per omicidio colposo.

Nel crollo sono rimasti coinvolti quattro operai, uno di loro, un 64enne con un trauma cranico, è stato ricoverato all’Ospedale San Giovanni in codice rosso. Altri due dei feriti hanno riportato lievi traumi e hanno rifiutato il trasporto in ospedale per controlli e medicazioni. Un quinto operaio, di nazionalità romena, ancora sotto le macerie vigile, dialogava con i soccorritori.


AGGIORNAMENTO: non ce l’ha fatta l’operaio rimasto intrappolato per oltre undici ore nella Torre, sepolto sotto le macerie. Il 66enne Octay Stroici di origini romene stava per essere estratto dopo il primo crollo, ma il secondo cedimento dei solai superiori lo aveva bloccato sotto calcinacci e detriti. I vigili del fuoco hanno lavorato instancabilmente per ore. Alla fine lo hanno tirato via e liberato alle 22,30, ancora vivo. Le sue condizioni si sono subito rivelate estremamente gravi, il cuore aveva smesso di battere appena messo nell’ambulanza, ma i sanitari erano riusciti a rianimarlo. Purtroppo é morto poco dopo il ricovero al Policlinico Umberto I.


Sono stati i vigili del fuoco a recuperare gli operai grazie a un’autoscala perché i quattro stavano lavorando sulle impalcature di sostegno e col crollo erano rimasti bloccati. Tre squadre operative dei vigili del fuoco subito intervenute con due autoscale e nuclei speciali.

Dalle immagini diffuse riguardanti il momento del crollo, sembra che abbiano ceduto strutture interne come diversi solai.

I Carabinieri del Comando di piazza Venezia e della compagnia Centro hanno circoscritto l’area e indagheranno sulle cause del cedimento assieme al Nucleo ispettorato del Lavoro dei Carabinieri e ai tecnici della Asl.

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è andato sul luogo del crollo.

Adesso la Procura di Roma indaga per lesioni colpose, sono quindi iniziati gli accertamenti per stabilire le cause del crollo, soprattutto per comprendere se i lavori di ristrutturazione fatti fino a oggi possono aver destabilizzato la Torre, a cominciare dallo smantellamento dei quattro serbatoi posti a due metri e mezzo di profondità. Con la morte dell’operaio 66enne, si è aggiunta l’ipotesi di omicidio colposo.

Video dell’utente Facebook Alessandro Corbellini

Descrizione sullo stato della Torre dei Conti dal sito web del Campidoglio

Prima del testo dal sito del Campidoglio occorre fare una premessa.

L’attuale crollo ha visto il cedimento del contrafforte risalente agli anni Trenta del 1900, quello mussoliniano, il più recente rispetto alle opere di consolidamento del 1600 che furono necessarie dopo i danni da terremoto che fecero cedere la cima dimezzando l’altezza della Torre.

Senza quel contrafforte, i piani interni, compresi quelli del mausoleo degli Arditi voluto dal regime fascista, sono rimasti senza un importante sostegno.

É una delle poche case-torri medievali sopravvissute a Roma. Una di queste, la Torre Argentina, è stata inglobata in un edificio successivo, il Palazzetto del Burcardo (1491-1500) lungo via del Sudario: il nome dell’edificio deriva dall’italianizzazione del nome del Vescovo tedesco Johannes Burckardt, proprietario del palazzetto stesso.

Tornando alla Torre dei Conti, questa era del tutto in abbandono dal 2006-2007.

Dal sito web del Campidoglio:

  • Paramento murario esterno con estesi e diffusi fenomeni di decoesione, che hanno favorito in diversi punti lo sviluppo di vegetazione spontanea”;
  • Si segnalano all’interno il crollo di alcuni controsoffitti moderni, l’ammaloramento degli infissi di finestre e porte e danni alle pitture”;
  • All’ultimo piano due ambienti hanno subito infiltrazioni causate dal continuo ristagno d’acqua sulla terrazza sovrastante, a seguito del distacco della guaina di protezione del pavimento. La guaina è stata rinnovata nel novembre 2019, ma il solaio e le pareti danneggiate non sono mai stati sanati”.

La storia della Torre dei Conti

Questa Torre è una testimonianza della Roma medievale, parte del Rione Monti. Come altre strutture simili è un classico esempio delle case-torri medievali romane dove abitavano nobili famiglie e vertici ecclesiali che facevano di questi edifici il loro centro di potere economico, politico e militare.

La struttura appena danneggiata dal crollo parziale era nota anche come Torre Maggiore o Torre Secura.

Il suo originario nucleo fortificato lo si deve a Pietro dei Conti di Anagni che ne dispose l’edificazione nell’anno 858. La torre fu impiantata su una delle esedre del portico del Tempio della Pace a sua volta edificato dall’Imperatore Vespasiano. Poi Pietro dei Conti fece rivestire l’edificio fortificato, alto tra i 50 e i 60 metri, con lastre di travertino che aveva fatto togliere dai monumenti e dai resti architettonici dei vicini Fori Imperiali.
Nel 1203 furono compiuti altri lavori per l’ampliamento della Torre secondo il progetto voluto da Papa Innocenzo III per la sua famiglia, i Conti di Segni. Un’altra versione racconta che quest’ultima opera di ingrandimento fu portata avanti da Riccardo, Conte di Sora, fratello dello stesso Pontefice.
Nel XIV secolo il travertino della Torre fu strappato via per utilizzarlo nell’edificazione e finitura di Porta Pia.

L’edificio non superò indenne i terremoti che si susseguirono nei secoli, soprattutto il sisma del 1349 che ne provocò l’abbandono fino al 1620. Altri due terremoti nel 1600, poi il consolidamento con due contrafforti per ordine di Papa Alessandro VIII.
La Torre non ritornò mai a essere alta come era in origine, ma limitata ai 29 metri circa sopravvissuti ai sismi.

Di Giuseppe Grifeo

Giornalista professionista, nato e maturato terrone, avi terroni, vivente e scrivente... Passione per l'astronomia, l'egittologia, la storia, quella antica e medievale in particolare, le leggende, l'enogastronomia e la mia Sicilia. Nato per curiosare, indagare, ficcare il naso, ma con discrezione, elegantemente

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *