È da circa sette anni che aumenta il costo per avere un conto corrente in banca. Il 13 gennaio 2024 la Banca d’Italia ha pubblicato la sua rilevazione per il 2022 che mostra una spesa di gestione media dei conti correnti bancari pari a 104 euro l’anno, quindi +9,3 euro in più rispetto al 2021. Nel confronto cresce il divario con i sempre più economici conti on-line.
(immagine di copertina da Freepik)
Per il 2023 l’aumento è evidenziato nell’indagine dell’Osservatorio di ConfrontaConti.it: per i conti correnti in banche tradizionali, la voce di costo che ha subìto una maggiore ascesa è la carta di debito, da 4,14 a 6,46 euro (+56,04%), poi il costo del canone di tenuta conto, che subisce un aumento da 50,14 a 62,68 euro (+25,01%) e i bonifici da 0,85 a 0,87 euro (+2,35%).

La tendenza è stata di crescita più o meno costante dal 2015 per le spese di gestione (tra costi fissi e variabili), basta dare un’occhiata ai primi due grafici della Banca d’Italia con dati fino al 2022.

Da sottolineare ancora che si tratta di conti correnti bancario ”tradizionali”, quindi accessibili dallo sportello di un’agenzia o filiale fisiche, sia con online grazie all’home banking.

Perché questa crescita continua? A spingere verso l’alto i costi a carico dei correntisti sono le spese fisse (72,8 euro annue -pari a +5,9 euro-, il 70% di questi costi) e, in particolare, i canoni. Hanno contribuito anche spese variabili (31 euro annui, +3,4 euro) che però sono cresciute sia perché la clientela è più operativa e fa più operazioni, sia per l’aumento dei costi delle singole operazioni.

Nel 2022 la spesa per il pagamento dell’imposta di bollo è stata di 15,9 euro (17,4 euro nel 2021). Aggiungendo questa imposta, la spesa di gestione sale a 119,9 euro.
Come sottolineato da Banca d’Italia, “a incidere è soprattutto la diversa composizione del paniere di servizi bancari fruiti, piuttosto che il differente profilo tariffario tra i raggruppamenti di clienti“.

L’aumento delle spese di gestione è più contenuto per i conti correnti più “semplici”, quelli di studenti, famiglie e pensionati che hanno pagato 88,1 euro l’anno, mentre si innalza parecchio per chi ha un’operatività più complessa (134,4 euro l’anno), con uso maggiore di servizi.

Va molto meglio per il risparmiatore se si parla di conto corrente on-line: in questo caso, nello stesso periodo, quindi il 2022, la spesa di gestione via internet del proprio conto è cresciuta di solo +0,7 euro portando il totale del costo a 33,7 euro all’anno.

Va da sé , basta un semplice calcolo matematico, che è aumentata la differenza di gestione tra i due tipi di conto corrente: nel 2021 quello tradizionale costava 61,8 euro in più rispetto a quello on-line; nel 2022 la differenza si è innalzata a 70,2 euro.
La gestione e tenuta di un conto tradizionale costa grosso modo tre volte rispetto al conto on-line.
La differenza più ampia tra i due tipi di conti, pari a 25,3 euro, riguarda la spesa per i canoni di base e dipende da due fattori: la più bassa percentuale di clienti tenuti al pagamento dei canoni (il 60,9% della clientela on line contro il 72,4 di quella tradizionale); il costo del canone, inferiore di circa 30 euro a quello dei conti convenzionali. Altro punto a favore dei conti correnti on-line è la più bassa spesa per l’emissione e gestione delle carte di pagamento che è conseguenza dei canoni più bassi.

Sempre nei conti on-line le spese variabili sono meno pesanti per i correntisti, soprattutto nelle spese di scritturazione contabile, gratuite nei conti on line, nei prelevamenti di contante presso gli ATM, nei bonifici on line e nei pagamenti automatici.

L’Osservatorio di ConfrontaConti.it ha registrato una discesa di costi su alcuni capisaldi delle banche online: il canone conto passa dal 27,60 a 25,38 euro (-8,04%) e la carta di debito da 1,89 a 1,74 euro (-7,94%); per le banche online dal 2022 al 2023 si registra una riduzione del costo medio della carta di credito da 22,29 all’anno a 20,96 euro (-5,97%).

A tutto questo si aggiunge anche la situazione dei conti correnti postali che hanno fatto registrare una spesa di gestione pari a 59,6 euro, per un aumento di 1,6 rispetto all’anno precedente (nel 2021 era cresciuta di 5,0 euro).
Le spese fisse sono cresciute di 4,1 euro, soprattutto per la maggiore spesa per i canoni di base.
La diminuzione delle spese variabili, pari a 2,5 euro, è in gran parte attribuibile alle minori altre spese variabili ed alla minore spesa per prelievi presso gli ATM.

Aumenta il divario di spesa tra conti postali e quelli ordinari, passato da 36,7 a 44,3 euro, anche in questo caso per effetto della maggiore crescita della spesa di gestione dei conti correnti bancari “tradizionali”.

Di Giuseppe Grifeo

Giornalista professionista, nato e maturato terrone, avi terroni, vivente e scrivente... Passione per l'astronomia, l'egittologia, la storia, quella antica e medievale in particolare, le leggende, l'enogastronomia e la mia Sicilia. Nato per curiosare, indagare, ficcare il naso, ma con discrezione, elegantemente

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